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Immagine del redattoreFrancesca Rancan

Alternative sostenibili per il ciclo: vi raccontiamo come ci troviamo!

Questo articolo é nato per rispondere al bisogno delle nostre followers di saperne di più sulle alternative sostenibili per il ciclo. Dopo una breve introduzione sull'impatto degli assorbenti "tradizionali", vi proporremo un'analisi delle alternative sostenibili per il ciclo disponibili sul mercato ed infine troverete delle testimonianze di alcune ragazze che ci hanno raccontato come si trovano con una o più di queste alternative! Buona lettura ❤️

 

Il costo del ciclo


Le mestruazioni sono un tema di cui si è soliti parlare poco in casa, in tv, sui social, in ogni luogo fisico e non. Un tabù? Purtroppo è ancora così. Di mestruazioni si soffre, si ride, si guadagna, ma non si parla. Purtroppo in questo modo, oltre a non abbattere il pregiudizio, si alimentano falsi miti e si favorisce chi ancora promuove alcuni slogan e alcuni prodotti piuttosto che altri.


Le mestruazioni sono un tema di cui si è soliti parlare poco in casa, in tv, sui social, in ogni luogo fisico e non. Un tabù? Purtroppo è ancora così. Di mestruazioni si soffre, si ride, si guadagna, ma non si parla. Purtroppo in questo modo, oltre a non abbattere il pregiudizio, si alimentano falsi miti e si favorisce chi ancora promuove alcuni slogan e alcuni prodotti piuttosto che altri.


Gli assorbenti usa e getta, il prodotto di più largo consumo (apparentemente l’unico sul mercato), sono nati nel 1888 ma inutilizzati per decenni perché troppo costosi. Gli assorbenti come li conosciamo oggi, con la striscia adesiva sul lato esterno, sono comparsi nel 1980 e da quel momento non si sono evoluti molto, anche perché non ne hanno avuto la necessità. Sono cambiati i materiali, le forme, gli spot, ma più per adattarsi al costume e ai dettami delle norme giuridiche che a quelli di un mercato sempre fiorente. Diamo qualche numero. In Italia sono circa 20 milioni le donne in età mestruale. Ognuna hail ciclo per più o meno 30 anni, almeno 12 volte all’anno. Fanno circa 400 volte in una vita: oltre 2.000 giorni di mestruazioni. Nel mondo l’impatto è ancora più impressionante con 3 miliardi di donne come potenziali clienti.


E l’ambiente? Gli assorbenti non sono dei rifiuti comuni: 3 miliardi di donne sanguinano per quasi 40 anni con una media di 25 pezzi al mese (ogni persona con il ciclo ne consuma tra i 7mila e gli 11mila nel corso di una vita). Potete intuire le dimensioni del fenomeno e quanto costi smaltire un tale quantitativo di prodotti a fine vita (breve vita) con tempi lunghissimi (500–800 anni in discarica). Senza contare i residui di sostanze chimiche, gli strati di materiale sintetico, bustine in plastica e applicatori che finiscono in mare. Senza contare la spesa per produrre un assorbente usa e getta che necessita di ingenti quantità di polpa di legno, plastica e di processi chimici per garantire il massimo grado di assorbenza.


Ecco che allora non stupisce se questi prodotti rientrano tra quelli che la Commissione Europea vorrebbe tassare per ridurne il consumo e salvaguardare l’ambiente. Tassa che ricadrebbe ovviamente sulle donne, che in molti paesi dell’Unione Europea, non solo in Italia, su questi prodotti di prima necessità pagano già l’aliquota massima. In questo caso, viene da ridere a dirlo, ma fortunatamente il tabù aiuta. Infatti, «nessun membro del Parlamento vorrebbe essere ricordato per il suo voto a favore di una tassa sugli assorbenti», ha commentato Ariadna Rodrigo di Greenpeace. Per cui probabilmente nessuna tassazione, ok, ma perché non pensare a delle campagne di educazione al consumo per prodotti riutilizzabili (come le coppette mestruali) o di informazione sul corretto smaltimento di tamponi e assorbenti monouso?


Le alternative sostenibili per il ciclo presenti sul mercato

Le alternative disponibili sul mercato si stanno moltiplicando ma non é ancora così scontanto il passaggio dalle soluzioni tradizionali (tamponi e assorbenti usa e getta) a quelle sostenibili. Nell'immagine qui sotto riassumiamo le 2 grandi categorie di alternative sostenibili per il ciclo: quelle usa & getta (ma in cotone biologico e/o biodegradabili) e quelle riutilizzabili.



Ora mettiamo a confronto le varie soluzioni!



Testimonianze: diamo voce a chi ha sperimentato queste alternative!


La coppetta

  1. Da sempre ho cercato di avere un occhio di riguardo per la sostenibilità, soprattutto da quando è nato mio figlio: mi piace l’idea di lasciargli in eredità un mondo decente in cui vivere. Il mio ciclo è molto scarso, perciò la maggior controindicazione di avere la coppetta è che, dopo i primi 2-3 giorni di ciclo, le mie perdite sono talmente poche che risulta fastidioso togliere la coppetta, perché è molto asciutta.. per rendere l’idea il sangue si deposita solo sulle pareti interne e non sul fondo (puoi togliere la parte splatter). Altro aspetto negativo è che, quando ce l’ho su e vado in bagno, mi esce un po’ anche la coppetta e ho quell’orribile sensazione di farla dalla vulva, cosa che mi ricorda il parto…non bello! Per tutto il resto la coppetta è stata una delle svolte positive più significative della mia vita, mi sento LIBERA E PULITA. Pensate che ho potuto fare la raccolta delle urine per degli esami medici anche se avevo il ciclo… favoloso! Sto cercando di convincere un sacco di persone, perché spero che anche la loro vita possa migliorare. E poi costa meno, e per ora non l’ho mai cambiata. E soprattutto mi fa star bene fare scelte ecologicamente consapevoli. Buon ciclo a tutte le donne!

  2. Ho iniziato ad usare la coppetta su consiglio di mia sorella, la uso da sola 3 volte e il mio rapporto con le mestruazioni è cambiato. Le mie perdite sono abbondanti soprattutto nei primi giorni ma utilizzo la coppetta durante tutto il periodo delle mestruazioni. Io l’ho pagata all’incirca 20 €, se si pensa poi quanto si risparmierà sull’acquisto di assorbenti “usa e getta”, è un prezzo più che conveniente. Non trovo aspetti negativi nell’utilizzo della coppetta semplicemente le prime volte bisogna capire come funziona e poi davvero è la Rivoluzione. Oltre alla comodità e alla praticità della coppetta (che uso anche di notte) e il suo utilizzo a lungo termine, il fatto di fare una scelta sostenibile è uno dei principali motivi per cui ho scelto di utilizzarla.

  3. Il mio ciclo é variabile in base al mese, medio – abbondante, spesso con dolori il primo giorno. Al primo acquisto ho preso la coppetta piccolissima avendo timore delle dimensioni (organicup), sbagliando! Ho dovuto acquistarne un’altra più grande (dimensione media) che è perfetta per me. Uso solo questa attualmente (trovata per caso al Carrefour, marca italiana ma non la ricordo). Pagate una ventina di euro ciascuna. Non avevo mai pensato all’impatto del mio ciclo mestruale, fino a che non ho iniziato a seguire alcune pagine Instagram in cui si trattava anche di questo tema. Mi ha incuriosito la coppetta mestruale. Ho fatto un po’ di ricerca e mi ha convinto per la praticità, la durata negli anni, l’idea di non fare più rifiuti e non avere più fastidi legati ad alcuni assorbenti che mi irritavano la pelle (prima utilizzavo assorbenti esterni, occasionalmente al mare interni). Aspetti positivi : molto comoda, una volta inserita non si sente assolutamente, ce la si dimentica e soprattutto non si percepisce il sangue che cola. Non dà odore come gli assorbenti esterni, non sembra un topo morto ? come gli assorbenti interni. Dura alla grande e il costo si ammortizza in poco tempo. Aiuta a conoscersi meglio: si capisce finalmente quanto sangue perdiamo, si notato le differenze di colore e consistenza nei vari giorni. Mi fa sentire connessa in modo più sano e consapevole con la mia ciclicità. Aspetti negativi: bisogna prenderci un po’ la mano, darsi il tempo di conoscersi per diversi cicli prima di capire come posizionarla perfettamente. Quando sono in giro utilizzo comunque un salvaslip (in cotone biologico ora!) per sicurezza, che mi si sporca sempre un po’. In casa invece solo “mutandoni della nonna” e anche se si sporcano leggermente, posso cambiarmi agevolmente e poi lavo in lavatrice. Quindi non sono arrivata a rifiuti zero ma quasi! Non consigliato per le schizzinose. Sintesi: estremamente contenta della scelta, non tornerei assolutamente agli assorbenti classici! ?

  4. Il mio ciclo non molto abbondante, abbastanza breve. Mi rendevo conto di sprecare tantissimi assorbenti , soprattutto stando a casa andando più spesso in bagno, avevo voglia di provare qualcosa che sprecasse di meno. Il periodo della quarantena ha facilitato la scelta: a casa è più facile svuotare e rilavare la coppetta con comodità. Tra gli aspetti positivi vi sono sicuramente il risparmio economico e il “non spreco” ambientale. Tra gli aspetti negativi: non si può cambiare quando si è in giro (o difficilmente comunque); se si sta in giro per tante ore per lavoro e si deve cambiare in un bagno che non è il tuo, spesso ci si sente a disagio. Io la uso quando inizio ad avere il flusso, altrimenti faccio fatica ad inserirla, e la uso per due o tre giorni.

Gli assorbenti lavabili

  1. Il mio ciclo non é particolarmente abbondante e breve (3 giorni). Ogni volta che buttavo un assorbente mi sentivo male perché lo trovavo davvero uno spreco. Mi trovo molto bene, vanta meno dispendio economico e spreco ambientale. Sono igienici e pratici, una volta usati basta lavarli in lavatrice. Tra gli aspetti negativi: è più complicato usarli in giro (li chiudo in bustine serrate, per lavarli a casa), ma quest’anno con la quarantena e il lavoro da casa non si è posto il problema. Rispetto agli assorbenti normali sono meno “antiodore”. Di notte si possono girare ogni tanto ma a me è successo raramente. Un pacco da 7 basta per un intero ciclo (una media di due al giorno). Ho pagato 13 euro per un pacco.

  2. Il mio ciclo é medio, abbondante solo i primi due giorni. Perché li ho scelti? Per ridurre i rifiuti. Perché, dopo aver seguito la prima #impattochallenge, mi sono resa conto che il bidone del secco conteneva solo assorbenti. Ero riuscita ad eliminare tutti i rifiuti non riciclabili, tranne gli assorbenti. Li ho scelti per una vita sempre più sostenibile per l’ambiente. Tra le marche di assorbenti che ho provato: Charlie banana (sito eco baby), Ladysmile, Mamadoo, Laboratorio sostenibile. La differenza tra le marche sta nel design, troviamo assorbenti colorati o completamente bianchi (più facili da lavare) e nella composizione dello strato interno a contatto con la pelle: cotone o micropile. La scelta dipende dalle esigenze della donna, ci sono due piccole differenze: il micropile assorbe di più, ma è meno fresco, il cotone è adatto a tipo di pelle più sensibili, è più fresco, soprattutto in estate, ma assorbe un po’ meno. Per il lavaggio: prima di metterli in lavatrice si possono bagnare con acqua fredda e mettere in ammollo con il percarbonato di sodio (smacchiante ed igienizzante naturale). Spesso insieme agli assorbenti vendono o regalano una Wet bag, una sacca per contenere gli assorbenti in attesa del lavaggio fatta dello stesso materiale impermeabile, il PUL. Costo: gli assorbenti lavabili costano in media 6/7€ all’uno, ad una donna con ciclo normale potrebbero essere sufficienti 12/15 assorbenti (tra normali, salvaslip e notte). Ciò equivale più o meno al costo di assorbenti usa e getta utilizzati in due anni. Durata: nei siti di assorbenti lavabili indicano una durata di 4/5 anni, seguendo le giuste indicazioni di lavaggio. Aspetti positivi: risparmio economico, sono una buona alternativa ecologica, più morbidi e confortevoli. Aspetti negativi: costo iniziale, reperibili spesso solo nei siti internet, difficoltà iniziale nel lavaggio (bisogna trovare, con il tempo e ricercando i giusti consigli, il modo più efficace, per se stessi, di lavarli).

Slip assorbenti

  1. Dopo aver cominciato con la coppetta (che mi ha cambiato la vita!) mi sono resa conto che il mio flusso é talmente ridotto che non vale la pena usare la coppetta per tutta la durata del ciclo (5 giorni). Cosi ho cominciato a cercare delle alternative: ho provato gli assorbenti lavabili, ma li ritengo troppo ingombranti per poterli usare tutti i giorni. Ho quindi fatto un piccolo investimento (circa 100€) per acquistare 3 paia di slip assorbenti (della marca Thinx). Li ho scelti perché il design mi piace moltissimo (non fa quell’effetto “mutandoni della nonna”). Ne ho quindi prese 2 per flusso leggero e 1 per flusso medio. SONO GLI SLIP PIU’ COMODI CHE ABBIA MAI INDOSSATO (vorrei usarli tutti i giorni, anche senza ciclo!). Io ne indosso un paio la mattina e li cambio la sera. Siccome sono un po’ pigra e non li lavo subito appena il cambio, ho deciso di comprarne altri 3 in modo da stare coperta per tutta la settimana di ciclo. Ho cambiato marca per i 3 slip successivi (quelli Thinx vengono dall’America e oltre ad essere lontano ho dovuto aggiungerci le spese di import). Ho quindi scelto gli slip assorbenti della marca Smoon (Francese) che sono semplici, colorati e senza elastico (effetto “invisibile”). Nel complesso quindi sono molto contenta della mia scelta: gli slip sono comodissimi, non ingombranti (che progresso tecnologico!) e proteggono bene. Spesso uso il paio più leggero come “salvaslip” durante l’utilizzo della coppetta.

 

Se avete voglia di informarvi ed acquistare una o più di queste alternative, vi consigliamo di spulciare lo shop online di Fabiana “Serendipity shop.



E voi, quali alternative avete provato? Fatecelo sapere nei commenti! ? La vostra testimonianza aiuterà tante ragazze e donne a fare il grande passo!

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